Avevo deciso di dare continuità alla graduale scoperta delle isole vulcaniche che caratterizzano alcune zone dell’Oceano Atlantico. A Gennaio avevo visitato Lanzarote, di fronte (si fa per dire) alle coste marocchine. Negli anni passati avevo già visitato Tenerife. Non volevo percorrere lunghe distanze e avevo l’esigenza di trovarmi un gruppo di amici che condividesse con me il viaggio in quanto, per questa volta, la mia “dolce metà” mi aveva abbandonato per l’impossibilità di prendere ferie ad Agosto.
Ho pensato allora di riprendere in mano il giornalino di “Avventure nel Mondo”, compagno fedele di tanti viaggi poi realizzati e di tantissimi solo ipotizzati e via! Partenza il 30 Luglio, ritorno il 14 Agosto: meta prescelta le Isole Azzorre. Un gruppo ben assortito di 13 persone, un gioviale coordinatore romano, un’esperienza caratterizzata da tanti trekking, indispensabili per apprezzare a fondo la vera essenza e bellezza delle isole e svariati tuffi nelle acque fredde (ma non gelide) dell’Atlantico.
Le Isole Azzorre sono unarcipelago composto da nove isole di origine vulcanica incastonato in mezzo all’Oceano Atlantico, esattamente a metà strada tra l’Europa e l’America, isole sperdute scoperte quasi per caso nel 1400 dai portoghesi e divenute in seguito meta e luogo di passaggio per tutti i più grandi navigatori del mondo. In un così complesso mosaico di ambienti, oggi le Azzorre colpiscono per la loro rigogliosa vegetazione, lussureggiante e variopinta che rende i numerosi “mirador” panoramici degli autentici quadri d’autore. Verdissimi coni vulcanici allineati secondo uno sviluppo geometrico determinato dalla deriva dei continenti che lasciano il posto ad ampie caldere ricoperte da fitti boschi al cui interno vivono laghi di acque dolci dal colore smeraldo o azzurro intenso, il tutto sullo sfondo blu dell’Oceano.
Le favorevoli condizioni climatiche di quest’angolo di Mondo, hanno fanno si che qualsiasi tipo di specie vegetale introdotta sia stata in grado di adattarsi generando bizzarre miscele che stupiscono oggi anche i più esperti botanici. Ogni isola un mondo a sé, per geografia e geologia, ma tutte caratterizzate da un ambiente naturale ancora incontaminato, magicamente preservato, in grado di regalare sconfinati silenzi e colori indimenticabili.
Nottataccia all’aeroporto di Malpensa perché il volo per Lisbona parte alle 6 del mattino e l’appuntamento per ritirare i biglietti con il referente di AnM è alle 4.30! Diciamo che io riesco a dormire anche in piedi, figuriamoci su una comoda poltroncina della zona arrivi di Malpensa per sole 4 ore…
Partiti in orario, a Lisbona ci incontriamo con il resto del gruppo proveniente dalle zone del centro Italia e, dopo un’altra attesa di circa 3 ore, passata a bighellonare tra i negozietti dell’aeroporto, ci imbarchiamo per la prima isola da esplorare: Sao Miguel.
Arrivati al piccolo aeroporto di Ponta Delgada, portiamo indietro gli orologi di 2 ore e cominciamo ad organizzare in dettaglio la nostra permanenza nell’isola.
Il pulmino ci porta direttamente alla “Pousada de juventude” (l’ostello della gioventù) situato nella zona alta di Ponta Delgada, sistemazione più che buona in due camerate, una per i tre uomini e una per le dieci donne. Letti a castello confortevoli, tutto molto pulito e moderno, bagni e docce pulitissimi, colazione compresa a base di caffelatte, pane, burro e marmellata, affettati ecc.
Nel pomeriggio visita della città e sosta nella zona di “Porta do Mar”, sul lungomare, dove affittiamo le tre auto che utilizzeremo per esplorare l’isola e, per finire, cenetta a base di pesce con vista del tramonto.
São Miguel è l’isola più grande nell’arcipelago portoghese delle Azzorre. È nota per lo scenario vulcanico e per la flora e la ricca fauna marina e noi, dal giorno seguente, siamo ansiosi di iniziarne la scoperta.
Iniziamo con il trekking di circa 13 Km denominato “Mata do Canario” (PR4SMI) nella località di “Sete Citades”, lungo percorso in linea lungo il bordo di un cratere, con due grandi laghi sul fondo dai colori cangianti. Questo percorso inizia vicino al Bosco di Canário nella parte occidentale dell’isola.
Un’altro bel percorso, il giorno seguente, inizia e termina nella città di Furnas (PRC6SMI) e richiede circa 3-4 ore per essere completato. Il sentiero inizia a Três Bicas e continua attraverso questa zona fino a quando inizia a salire su una strada asfaltata che porta a Lagoa das Furnas. Qui gli abitanti locali usano spesso le alte temperature del terreno per cucinare piatti tradizionali.
Altro trekking imperdibile è quello di “Caldeiras da Ribeira Grande” (PRC29SMI) che, attraverso un percorso di circa 8 Km, ci porta ad ammirare il “Salto do Cabrito”, bellissima cascata con annesso laghetto balneabile. Tra un trekking e l’altro abbiamo visitato il parco termale di “Caldeira Velha”: alcune vasche scolpite nella lava ed immerse nella vegetazione lussureggiante dove è possibile immergersi completamente. Nella piscina più calda le acque registrano una temperatura di circa 35-38°C. Accanto, delimitata da transenne, vi è la zona pericolosa della caldeira con l’acqua che ribolle ed accanto una bellissima cascatella di acqua tiepida dove è possibile farsi “massaggiare” in tutta tranquillità.
Dopo i primi quattro giorni dedicati all’isola più grande delle Azzorre, ripartiamo la mattina seguente, con un volo interno, in direzione della cittadina di Horta, nell’isola di Faial, che ci accoglie con la sua coloratissima marina, punto di passaggio per tutti i navigatori del mondo e, proprio per questo, miscuglio di incontri e culture diverse. Si dice addirittura che nessun marinaio deve lasciare l’isola prima di aver dipinto sui muri del porto un suo ricordo ed è così che l’intero lungomare si è abbellito di graffiti di ogni genere e colore. Siamo molto fortunati anche a trovarci ad Horta proprio in coincidenza di una festa molto importante per tutti gli abitanti delle Isole Azzorre, la così detta “Semana du mar”, il che ci consente di godere di una serata in cui l’intera marina di Horta si addobba a festa. Troviamo molti turisti e molta mondanità. Ovviamente non perdo l’occasione per gustare il famoso “Gin do Mar” presso il “Cafè Sport” di Peter, meta obbligata per ogni velista o viaggiatore che passi di quì, oggi diventato un luogo molto turistico e poco poetico.
Il giorno seguente il nostro programma prevede l’escursione al Vulcano Capelinhos, dove si trova anche un piccolo museo che racconta la storia dell’ultima eruzione del 1957, che ha drammaticamente distrutto un faro e alcune case del piccolo villaggio di pescatori ivi insediato.
Concludiamo la nostra visita a Faial con una bella escursione alla “Caldeira de Faial” (PRC4FAI), con un sentiero che si sviluppa su un’altezza tra 840 e 1040 metri. Lungo il percorso è possibile apprezzare numerosi esemplari di flora endemica come ginepro delle Azzorre (Juniperus brevifolia), Erica azorea (Erica azorica), Mirtillo azoreano (Vaccinium cylindraceum), Euphorbia azorea (Euphorbia stygiana), Angelica azorea (Angelica lignescens) e altro ancora.
Arriviamo quindi nell’Isola di Pico, più precisamente al porto di Madalena, con una breve traversata di soli 30 minuti dal porto di Horta, e subito sbarcati ci dirigiamo con un pulmino noleggiato verso quella che sarà la nostra base di appoggio e la nostra sistemazione, la nuovissima caserma dei pompieri di São Roque do Pico! L’istituzione dei Pompieri alle Azzorre è un’organizzazione su base del tutto volontaria e quindi molto sentita ed importante per gli abitanti delle Isole. La sistemazione prevista era una camerata grandissima con 10 letti a castello, dove abbiamo alloggiato tutti assieme, appassionatamente.
Il 6 Agosto è prevista la scalata al vulcano Pico, per coloro che avevano deciso di tentare l’impresa. La salita sul Pico (2300 Mt con dislivello di 1200 Mt in 3 Km) è senza dubbio una salita molto impegnativa, che non va presa alla leggera e che è consigliata solo per i viaggiatori esperti di trekking in montagna e ben allenati, ma è un’esperienza unica, durante la quale la realtà risulta di gran lunga più emozionante dell’aspettativa. Si parte dal campo base, a mt.1100, ed è necessario registrarsi per poter effettuare la salita, in quanto l’ingresso è a numero chiuso (se si arriva tardi si rischia di non salire). Solo i più giovani del gruppo (la coppia tosco-emiliana) decide di salire, prenotando un taxi per le sei del mattino.
Racconteranno poi di una discesa veramente impegnativa (3-4 ore) con serio rischio di scivolare sul pietrisco e sulla lava. Però la soddisfazione di avercela fatta è insuperabile!
Io e gli altri del gruppo optiamo per un trekking nella zona dei vigneti, adiacente al vulcano Pico, il “Caminhos de Santa Luzia” (PR1PIC). Questo sentiero inizia a Miraguaia (Santa Luzia) e termina presso la Chiesa di Santa Luzia e si percorre in circa 4 ore attraverso un paesaggio di vigneti, (patrimonio mondiale dell’UNESCO). Lungo la strada si notano molti segni di binari lasciati nella lava dai carri trainati da buoi che portavano il vino.
Il giorno successivo ci trasferiamo nella piccola cittadina di Lajes do Pico. A Lajes, ad attenderci, c’era un fantastico gommone con il quale abbiamo vissuto l’incredibile esperienza di Whale Watching, ovvero l’avvistamento di alcuni dei mammiferi marini delle Azzorre: capodogli, delfini e balenottere!
Lasciata l’isola di Pico, con il traghetto, si arriva nell’isola di São Jorge in 30 minuti circa. Questa è, senza dubbio, una delle isole più verdi di tutte le Azzorre, il cui fiore simbolo è la famosa Ortensia blu.
Nell’arcipelago, São Jorge è anche l’isola più rinomata per le passeggiate a piedi (non a caso viene anche detta l’isola dei sentieri) e dispone di percorsi sia per camminatori esperti che per meno impegnati. La sua conformazione offre paesaggi vari e maestosi, sia per via delle sue alte falesie e sia per le sue numerose fajã, interessante aspetto morfologico delle Azzorre, pianure a livello del mare frutto del crollo delle falesie avvenuto migliaia di anni fa. Nell’isola ce ne sono diverse e alcune riservano dei paesaggi davvero incantevoli, possedendo a volte al loro interno delle lagune cristalline formate dalle cascate che scendono dalle montagne.
Il trekking senza ombra di dubbio più famoso e più bello di tutta São Jorge è quello che dalla cima delle montagne della “Serra do Topo” scende verso la “Fajã do Santo Cristo” ed arriva infine alla “Fajã das Cubres” (PR1SJO), piccolo paesino con meno di una decina di case abitate nei pressi di una laguna spettacolare. Il percorso, seppur lungo, non è assolutamente impegnativo e difficilmente si avrà un’altra occasione di incontrare altri luoghi così incredibilmente sperduti e selvaggi, totalmente immersi in una natura ancora sovrana.
A São Jorge abbiamo avuto la possibilità di alloggiare in due appartamenti accoglienti, nella cittadina di Velas, in un complesso denominato “Velasmar”, le cui camere erano anche dotate di cucina e, la nostra, anche di un bel balconcino di fronte all’Oceano e da dove era vicinissimo l’accesso al mare, cosa che ci ha permesso di regalarci sempre un paio d’ore di relax totale al termine delle passeggiate.
Dopo un breve tragitto aereo di meno di un’ora, arriviamo in quella che sarà la nostra ultima tappa, l’isola di Terceira, ad Angra do Heroísmo, città dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, grazie alla sua storia e ai suoi patrimoni culturali, per i quali si differenzia dalle altre isole dell’arcipelago. Terceira è stata anche capitale delle Azzorre fino al 1833, anno in cui il governo passò a S. Miguel, e ha goduto di un certo benessere rispettoalle altre isole e anche rispetto al Portogallo stesso, quando è diventata base delle forze militari USA. Tutt’oggi è anche l’isola dove sono più frequenti e importanti le manifestazioni musicali e culturali e anche dove abbiamo trovato un’attenzione maggiore verso il turismo, a partire dalla maggiore ricettività, ai servizi e ai negozi. L’intera organizzazione del nostro soggiorno sull’isola di Terceira è stata curata dai ragazzi della piccola agenzia AzoresXperience, che fin da nostro arrivo all’aeroporto si sono occupati e preoccupati dei nostri vari spostamenti e delle nostre escursioni, grazie ad alcune vecchie jeep “d’epoca” ed un comodo pulmino. Abbiamo avuto modo di girare quasi interamente l’isola, scoprendone gli scorci più affascinanti anche se, in quest’ultima parte del viaggio, il tempo piovoso ha un pò condizionato i nostri programmi. Siamo comunque riusciti ad effettuare un’ultimo trekking, “Fortes de São Sebastião” (PR5TER) di circa 6 Km, ad attardarci tra le viuzze e le chiese di Angra, a visitare le piscine naturali di Biscoits, le grotte vulcaniche del sito di Algar do Carvão ed il tipico paesaggio a terrazze di Terceira, immense praterie verdi suddivise da neri muretti a secco, costruiti per delimitare le proprietà e per tenere al pascolo le grandi mandrie di mucche e capre allo stato brado, che sono numerosissime e vere padrone dell’isola.
Ed ora 5 consigli finali per organizzare al meglio la vostra visita alle Azzorre:
- Se avete poco tempo, 7-10 gg, limitatevi a visitare solo le 4 isole centrali, molto vicine tra di loro, Faial, Pico, São Jorge e Terceira.
- Se potete, evitate il mese di Agosto, nel quale trovare alloggio o affittare una macchina diventa quasi impossibile per chi, come me, predilige i viaggi “Low cost”. Tenete conto anche che gli azzoriani non sono strutturati per il turismo di massa (per fortuna) quindi aspettatevi qualche attesa al ristorante (anche solo per il conto) e qualche altro piccolo disagio, sopratutto nel periodo di massimo afflusso di turisti.
- Le Azzorre non sono una meta “balneare” per chi ama le belle spiagge con gli ombrelloni e le sdraio. Ci sono pero tantissimi punti di accesso tra le rocce e le protrusioni di lava dove sono state ricavate “piscine naturali” e dove immergersi diventa un’esperienza unica ed indimenticabile, anche per chi ama fare snorkeling.
- Alle Azzorre si spende relativamente poco. Attenzione però, dipende cosa si intende per poco o, meglio, dipende da dove provenite. Se abitate a Milano, sicuramente, vi sentirete molto “alleggeriti” a pagare una cena a base di pesce, al ristorante, sui 18 Euro. Se abitate a Reggio Calabria (o in generale al Sud) la differenza non vi sembrerà esagerata. E questo vale anche per gli alloggi e per tutto il resto.
- Alle Azzorre si va sopratutto per camminare e fare trekking in mezzo ad una natura di incomparabile bellezza. Quindi portatevi un buon paio di scarpe adatte, meglio in goretex o, comunque, impermeabili perchè è frequente la possibilità che un acquazzone vi prenda alla sprovvista. Per lo stesso motivo portatevi anche un buon k-way. Prima di partire scaricatevi le tracce GPS e le descrizioni delle escursioni da fare sulle isole dall’ottimo sito raggiungibile a questo link: http://trails.visitazores.com
Testo e foto: Paolo Latella