Il rapporto dell’uomo con il viaggio è qualcosa che ha riempito milioni di pagine di libri, racconti, diari. Mettendo in luce significati diversi legati ad esso: la scoperta, la conoscenza di altri popoli e di se stessi. Paura, gioia, timore, curiosità; quante emozioni legate al viaggio, quante sollecitazioni ad aprirsi all’ignoto.
Proust diceva: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuove terre ma nel trovare nuovi occhi”. E questo dice molto sul viaggio come apertura mentale, come possibilità che ci si offre per svestirsi dei soliti modi di pensare.
Viaggiare è in fondo uno stato dell’animo, a cui non si può chiedere ragione della sua esistenza, esiste perché noi esistiamo.
Si viaggia per spirito d’avventura, per conoscere altri popoli, per andare alla scoperta del mondo ed accorgersi poi che quello che hai sempre cercato è li, appena dietro l’angolo di casa. Si viaggia per imparare ad amare o per essere amati, perché spinti da una ideologia o perchè non si crede più in nulla. Si viaggia per essere stati i primi o per dire io c’ero, per aiutare il prossimo o per farsi aiutare, per non saper attendere o perché abbiamo atteso troppo, per indagare nel profondo della nostra anima o per fuggire da se stessi…
Il senso della ricerca sta nel cammino fatto e non nella meta; il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l’arrivare.
Viaggiare per vivere o vivere per viaggiare
E pensare che il primo aereo l’ho preso sulla soglia dei 30 anni!
Diciamo che, anagraficamente, non sono più un giovanotto e che in quel periodo gli aerei non si prendevano con facilità, per via dei costi sopratutto. Il treno rimaneva il metodo di trasporto più abbordabile e devo dire che di viaggi in cuccette scomode e affollate ne ho fatti tanti, anche perchè, vivendo a Reggio Calabria e studiando prima a Pavia e poi a Bologna, quei lunghi trasferimenti, anche di 12 ore, erano indispensabili.
Il fatto di essere nato a Tortona, da mamma piemontese, accresceva poi l’esigenza di alcune visite sporadiche ai parenti lontani.
Poi a Bologna ho conosciuto Angela, la mia compagna, animo inquieto ed avventuriero e da quel momento, da quel primo, un pò banale, viaggio alle Canarie (in viaggio di nozze), non ci siamo più fermati.
Per noi viaggiare è sempre stato un modo per metterci alla prova, per conoscere e per capire il mondo che ci circonda, per soddisfare la nostra curiosità e per condividere con altre persone esperienze di vita, emozioni, qualche volta anche rischi, cercando sempre di rispettare gli abitanti e i territori visitati, privilegiando, quindi, un tipo di turismo sostenibile e responsabile.
Abbiamo sempre privilegiato l’autogestione e dove non era possibile, per i viaggi in territori “complicati”, abbiamo scelto di viaggiare in gruppi precostituiti, affidandoci all’esperienza di “Avventure nel Mondo”, Tour Operator romano.
E’ stato quindi possibile visitare, in uno dei primi viaggi, nel 1989, il Kashmir, nel nord dell’India, paese interessato ancora oggi da scontri militari con il vicino Pakistan.
Oppure i bellissimi parchi della Tanzania, dormendo in capanne di paglia o in tende improvvisate, con l’ombra degli elefanti a rendere le nostre notti insonni.
Tanti viaggi, tante avventure, da soli, in gruppo, qualche volta con le figlie, ma sempre con il medesimo spirito e la voglia di scoprire cose nuove.
A chi mi chiede qual’è il più bel viaggio che ho fatto rispondo sempre: “Quello che ancora devo fare!”.
Dimenticavo di dire che di professione faccio l’informatico, spesso definito anche “Smanettone”, “Hacker” e via dicendo. A parte questo, ho sempre coltivato una certa passione per il Web e, in particolare, per la realizzazione di siti internet, per lavoro e per svago.
Il sito opentime.it è il risultato di questo incrocio di competenze e passioni, uno spazio libero, aperto, dove parlare del viaggiare come esperienza di vita e cammino esistenziale, dove raccontare storie mie e di altri che, come me, condividono gli stessi interessi.